Tutto quello che dobbiamo fare è conservare la nostra personalità, vivere la nostra vera vita, essere capitano della vera nave.
E tutto andrà bene.
Edward Bach
Il Dottor Edward Bach nasce il 24 settembre 1886 a Moseley, un villaggio vicino Birmingham, ed è il primo di tre figli.
Studia medicina a Londra e nel 1913 è abilitato alla professione divenendo responsabile del pronto soccorso dell’University College Hospital.
Inizia anche la libera professione in uno studio nella Harley Street, ed è in questa sede che viene a contatto con i malati cronici ed incurabili, con i quali inizia la sua ricerca e sperimentazione di nuovi rimedi.
Diviene assistente nel reparto di batteriologia, ove scopre una correlazione tra i ceppi batterici presenti nell’intestino e le malattie croniche e prepara dei vaccini che si dimostrano sorprendentemente efficaci in alcuni casi difficili.
A causa della sua salute cagionevole non viene arruolato allo scoppio della I° guerra mondiale, ma è comunque per lui un periodo di grande impegno e di lavoro intensissimo.
Nel luglio del 1917, in seguito ad una emorragia, viene ricoverato ed operato per un tumore alla milza e nonostante l’intervento chirurgico i colleghi di Bach gli prospettano una sopravvivenza di tre mesi al massimo.
La sofferenza fisica si somma al dolore di non poter proseguire la sua ricerca di una medicina semplice ed efficace e Bach decide di impegnarsi comunque a fondo nel suo lavoro fino a che le forze lo sostengono.
La sua condizione fisica migliora e la prognosi infausta viene smentita, cosa che è motivo di riflessione per Bach che conclude che il motivo per cui è sopravvissuto è il fortissimo interesse che nutre per la propria ricerca, di fatto una vocazione, una chiamata ad assolvere un compito spirituale, una missione in questa incarnazione.
Bach capisce che questo è lo scopo della sua vita e che è grazie ad esso che è ancora vivo.
Come attraverso un cammino iniziatico scoprirà le 38 essenze floreali, ognuna delle quali agisce su un’emozione particolare, che corrisponde agli archetipi della personalità umana. Il viaggio di questa scoperta è di fatto un viaggio di conoscenza dentro se stesso che gli permetterà di attraversare in prima persona le sofferenze prima e lo sviluppo delle virtù o qualità opposte come guarigione poi.
Bach definì questi fiori appartenenti ad un ordine superiore per la loro corrispondenza con le emozioni umane, un ponte tra la loro vibrazione e il nostro bisogno di guarigione.
Nell’Animo umano sono infatti contenute e codificate le 38 qualità corrispondenti agli aspetti positivi dei fiori.
Bach divise i fiori in tre categorie prima 12 guaritori, ossia le Virtù primarie che devono essere sviluppate, sono fiori tipologici, lezioni vere e proprie; i 7 aiutanti, ossia le condizioni di cristallizzazione per difendersi, una strategia per rifiutare la realtà e un modo per andare oltre le resistenze; infine i 19 assistenti cioè stati di sofferenza pura, di dolore, che rendono cronici alcuni atteggiamenti.
In seguito li divise nuovamente a seconda del loro utilizzo in sette categorie: paura, incertezza, insufficiente interesse per il presente, solitudine, ipersensibilità alle influenze e alle idee, disperazione e preoccupazione eccessiva per il benessere degli altri, la suddivisione in settenari non è ovviamente casuale dal momento che il sette rappresenta da sempre un numero di espressione Divina e della totalità dell’Essere.